Progetto di restauro e conservazione dei palchi del Teatro Fraschini

Indagini preliminari al progetto di conservazione e restauro dei palchi: Analisi delle fasi decorative e dei materiali

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I recenti restauri del 2020 hanno riportato in vista molti elementi decorativi dei palchi del Teatro Fraschini, posti sui tre ordini principali.

Le prime indagini stratigrafiche, finalizzate alla stesura del progetto di conservazione e restauro dei palchi, elaborato nel 2010, vennero eseguite sulle pareti decorate dei 71 palchi e su alcuni degli arredi lignei superstiti (boiseries e cornici), 204 saggi stratigrafici distribuiti tra tutti i palchi, ad eccezione di quelli già ripristinati durante i precedenti restauri o in quanto il loro assetto era già integralmente documentato da presenze pittoriche a vista.

Le indagini, eseguite inizialmente da Alessandra Perugini e completate in tempi più recenti da Davide Trentadue e Matteo Cavallini, indicarono su quali palchi intervenire con maggior sicurezza circa il recupero delle decorazioni originarie, oppure in quali parti si sarebbe potuta riscontrare maggiore coerenza e  armonia d’insieme.

Legenda pareti dei Palchi
Legenda pareti dei Palchi

Nelle schede sono stati inseriti i riferimenti ai tasselli eseguiti e relativa documentazione fotografica. Sono state indicate le pareti dei palchi facendo riferimento allo schema: A-per la parete verso la platea, B-per la parete entrando a destra, D-per la parete entrando a sinistra e C-per la parete d’ingresso.

Come è noto, i palchi del teatro non furono oggetto – nella fase settecentesca di edificazione – di un’organica campagna decorativa, bensì, ogni palco, essendo proprietà privata fu decorato, dopo la consegna, secondo il gusto dei proprietari. È quindi inevitabile il considerare ogni palco come una vicenda a sé stante, sia riguardo ad una ipotetica decorazione iniziale, sia riguardo alle possibili manutenzioni e manomissioni dovute ad inevitabili cambiamenti di gusto o ai passaggi di proprietà. Ciò nonostante, considerando il ruolo pubblico di questi piccoli spazi privati, non sembra inopportuno immaginare fasi decorative concordate in modo contestuale dai diversi proprietari, una sorta di tappe di riordino di spazi sì privati, ma alla vista di tutti.

Sulla base di queste premesse si sono individuate sette fasi entro le quali collocare, pur con una dose di arbitrio nella nomenclatura utilizzata, gli elementi decorativi riscontrati.
La classificazione è stata individuata per fasi cronologiche così suddivise:

  • ‘700a – intonaci dipinti
  • ‘700b – stucchi
  • pre ‘800
  • ‘800 – finti marmi
  • ‘800 – tardo
  • 1985
  • 1994

Le fasi individuate non necessariamente si sovrappongono stratigraficamente, se non nel caso delle fasi 6. e 7. che vennero eseguite con la precisa volontà di occultare l’esistente con una tinteggiatura facilmente eliminabile, di tonalità grigia come quella presumibilmente usata alla consegna del teatro.

Oltre alle fasi suddette, in quasi tutti i palchi si trovano diffusi residui di carte per l’applicazione di parati, in modo più consistente tra gli strati 4. e 5.

Mentre per alcune fasi l’attribuzione e la pertinenza cronologica è certa ed evidente (fase 4. finti marni e fase 7. 1995 ripristino), per le altre restano ambiguità relative sia all’attribuzione cronologica che alla pertinenza unica ed esclusiva alla fase di riferimento.

Con la classificazione individuata si è pertanto voluto privilegiare e fornire una ipotesi di priorità, vale a dire l’individuazione di dove e su cosa sia più agevole iniziare con un intervento di restauro, arginando al meglio le molte incognite che si presenteranno inevitabilmente nel corso dei lavori.

Ad eccezione forse dei palchi individuati come appartenenti alla fase 4. -finto marmo, per tutti i palchi restanti sono state necessarie, in fase di restauro, molte scelte di compromesso tra fruibilità delle preesistenze e completamento delle parti mancanti.

Tra le sette fasi individuate, quattro di esse, e cioè le fasi 3. pre ‘800, 5. ‘800 tardo, 6. 1985, 7. 1994, si possono qualificare come fasi di manutenzione e/o di occultamento poiché: o mantengono più o meno fedelmente le fasi che le precedono, alterandole localmente, senza aggiungere elementi pregnanti dal punto di vista decorativo, né plastico, né pittorico (fasi 3. e 5.), oppure perché occultano in forma quasi integrale l’esistente, come è il caso degli interventi degli ultimi decenni (fasi 6. e 7.).
Le restanti tre fasi, definite 1. ‘700a -intonaci dipinti, 2.’700b -stucchi e 4.’800 -finti marmi, connotano invece in maniera saliente i palchi che investono, ed è su di esse che è stata posta posta maggiore attenzione per il recupero.